Livorno (venerdì, 26 settembre 2025) — Tradizione, identità e libertà di espressione. Sono questi i cardini attorno a cui l’Us Livorno ha preso posizione dopo l’ammenda di 400 euro inflitta per un coro definito “propaganda ideologica non consentita”, partito dal settore ospiti nella gara di Sestri Levante contro il Bra.
di Benedetta Rubini
Il club amaranto ha spiegato di aver avviato un confronto con Lega e Procura Federale, con l’obiettivo di comprendere i criteri che distinguono libera opinione da offesa. “La tifoseria livornese – hanno sottolineato dalla società – ha sempre espresso la propria identità anche attraverso cori e striscioni. È una tradizione che fa parte della storia del club e che merita rispetto. Tuttavia resta fondamentale tutelare la società da provvedimenti disciplinari che colpiscono direttamente il club”.
Il Livorno ha inoltre ribadito che il dibattito su questi temi non può essere ridotto a “sanzioni automatiche”: il calcio, hanno ricordato, è anche cultura e confronto. Durissima la replica della Curva Nord, che ha parlato di “atto di annullamento di ogni principio democratico” e ha annunciato per la gara casalinga contro il Campobasso nuove iniziative di solidarietà verso la Palestina, invitando i tifosi a non piegarsi a quelle che definiscono “imposizioni della Lega”.
Last modified: Settembre 26, 2025
