Scritto da 8:40 am Livorno, Attualità, Cronaca

Centotrenta chili di marijuana sequestrata al Porto di Livorno

LIVORNO – Il Porto di Livorno si conferma una delle mete privilegiate dalla criminalità organizzata, nazionale e internazionale, dedita al traffico di sostanze stupefacenti.

Infatti, a breve distanza dai due importanti sequestri di cocaina (85 Kg complessivi) operati negli ultimi giorni, questa settimana le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Livorno e i funzionari doganali del Reparto Antifrode hanno inferto un ulteriore colpo alle organizzazioni dedite all’illecito traffico, sequestrando 130 Kg di marijuana.

L’operazione è il frutto del dispositivo di controllo realizzato da GdF e da ADM all’esito di un’attenta analisi dei rischi svolta diuturnamente sul traffico passeggeri, veicoli e merci transitanti nel porto di Livorno.

Come sempre, fondamentali risultano le risorse, la sinergia e l’esperienza messe in campo dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dalle Fiamme Gialle, col supporto importantissimo delle unità cinofile della Guardia di Finanza. Ed è stato proprio il fiuto di Gera e Krios, due dei cani antidroga in forza al Gruppo di Livorno, a insospettire i finanzieri e i doganieri e portarli ad approfondire il controllo di un autoarticolato appena sbarcato dalla Spagna e che trasportava, riposti su pallets, accessori per il bagno e rotoli di tessuto. Abilmente occultati tra i materiali, sono stati rinvenuti 15 scatoloni di cartone con all’interno un centinaio di buste termosaldate contenenti lo stupefacente. La droga è stata sequestrata e il conducente del mezzo, un cinquantasettenne spagnolo, esente da precedenti specifici, è stato tratto in arresto per traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante dell’ingente quantità e successivamente tradotto presso la Casa circondariale “Le Sughere”, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Lo stupefacente, dopo essere stato campionato e analizzato dal Laboratorio chimico ADM di Livorno, su disposizione della Procura della Repubblica, verrà distrutto presso l’inceneritore e così strappato alle piazze di spaccio, ove avrebbe fruttato, al dettaglio, circa 800 mila euro.

Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità dell’indagato sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.

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Last modified: Marzo 8, 2024
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