Livorno (venerdì, 28 febbraio 2025) — Una recente decisione della direzione scolastica in un istituto di Livorno ha sollevato un acceso dibattito: è stato infatti imposto un tetto al numero di fotocopie distribuite in classe, con l’obiettivo dichiarato di contenere i costi crescenti legati alla stampa dei materiali didattici.
Di Virginia Spennacchio
La misura, però, ha diviso l’opinione tra il corpo docente, con alcuni professori che si sono mostrati apertamente contrari, e gli studenti, che si ritrovano a dover fare i conti con una riduzione dei supporti cartacei.Secondo quanto riferito, la scuola ha deciso di fissare un limite preciso per ogni classe o insegnante, incoraggiando contestualmente l’utilizzo di strumenti digitali come alternativa economica alla tradizionale distribuzione di dispense e materiali stampati. Tuttavia, questa scelta ha sollevato le ire di numerosi docenti, i quali ritengono che in alcune discipline la disponibilità di copie cartacee rappresenti un elemento imprescindibile per garantire un apprendimento completo e strutturato. In particolare, gli insegnanti “ribelli” hanno denunciato che la misura rischia di impoverire l’offerta formativa, ostacolando la trasmissione di conoscenze fondamentali soprattutto in quelle materie dove il supporto visivo è essenziale.Dal canto loro, alcuni studenti hanno espresso preoccupazione per il rischio di essere penalizzati, soprattutto in contesti in cui l’accesso alle tecnologie digitali non è uniforme. Le critiche riguardano il timore che la riduzione delle fotocopie comporti una diminuzione della qualità didattica, incidendo negativamente sul rendimento scolastico di chi si affida in modo tradizionale ai materiali stampati.La direzione, tuttavia, sostiene che la decisione è frutto di una necessità di equilibrio tra sostenibilità economica e qualità dell’istruzione e ha promesso di monitorare l’impatto della norma, invitando al dialogo costruttivo tra tutti gli attori coinvolti per eventuali aggiustamenti futuri.
Last modified: Febbraio 28, 2025